Festa del 30 novembre
“O Croce più bella che ti sei glorificata portando il Corpo di Cristo, Croce gloriosa! Croce gloriosa, dolcemente desiderata, ardentemente amata, sempre cercata e finalmente preparata per il mio cuore che ti ha tanto atteso. Prendimi, o Croce! Abbracciami. Liberami dalla mia vita tra gli uomini. Conducimi rapidamente e diligentemente al Maestro. Per mezzo tuo mi accoglierà Colui che per mezzo tuo mi ha salvato”
Così l’apostolo Andrea salutò la croce sulla quale doveva morire. Per due giorni vi rimase appeso e non smise mai di predicare alle folle che si radunavano intorno a lui. Chi era Andrea? E come mai aveva abbracciato così volentieri, anzi, addirittura desiderato, questo simbolo universale di infamia?
Andrea era il fratello maggiore di Simon Pietro, ed entrambi esercitavano il mestiere di pescatori sul tempestoso mare di Galilea. Figli di Giona, vivevano nel villaggio di pescatori di Betsaida, un villaggio molto frequentato da Nostro Signore durante il suo ministero pubblico.
Andrea era diventato uno dei primi discepoli di San Giovanni Battista e un giorno, mentre lo ascoltava predicare sulle rive del fiume Giordano, le parole di Giovanni lo misero sulla strada che avrebbe seguito per il resto della sua vita. “Ecco l’Agnello di Dio”, proclamò il Battista vedendo il Signore avvicinarsi. Subito Andrea e un altro discepolo lo seguirono.
Chiamato a essere martire
Le parole di questa bella preghiera attribuita all’apostolo Andrea mentre andava incontro alla sua croce dimostrano che egli sapeva da tempo che sarebbe stato martire. L’aveva meditato in relazione alla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Aveva compreso e amato pienamente l’ora della sua suprema sofferenza. Accettò pienamente il calice che Dio gli aveva preparato da bere.
La croce era un simbolo di punizione ed era riservata ai criminali. Ma per Andrea era qualcosa di “più bello”, perché era stato “glorificato portando il corpo di Cristo”
Aggiunse poi che l’aveva “dolcemente desiderato”. Con questo si capisce che per anni si era preparato a offrire questo olocausto disinteressato: essere ucciso per amore di Nostro Signore, lasciarsi consumare e spendere come il profumo versato da Maria Maddalena per onorare Nostro Signore.
Un amico della croce
Non c’era alcuno scopo pratico in questi atti di omaggio. Erano sacrifici fatti solo per piacere a Dio: spendere cose preziose per manifestare l’amore per Lui. Anche se il suo sacrificio non avrebbe prodotto alcun bene per le anime e umiliazione per i nemici della Chiesa, Andrea voleva morire da martire per dimostrare quanto amava Nostro Signore. Per questo disse di aver “dolcemente desiderato” di essere crocifisso. Le parole esprimono lo splendore dell’anima di un martire.
L’Apostolo continua dicendo di aver “atteso con ansia” la croce. Oggi gli uomini fuggono da qualsiasi sofferenza, da qualsiasi lotta contro le passioni, da qualsiasi rinuncia. Per loro vivere significa godere di una bella vita.
Andrea, invece, attendeva con ardore la propria croce perché aveva capito che ciò che conta nella vita non è il piacere che si prova, ma il sacrificio che si fa. È questo che dà senso alla vita. Perciò l’uomo veramente soprannaturale è amico della croce, come diceva giustamente San Luigi Maria da Montfort.
Andrea non solo accettò le croci che gli furono date durante la sua vita, ma le cercò. Questo è chiaro quando dice di aver “sempre cercato” il sacrificio. Poi, nell’ora del martirio, ebbe quella reazione meravigliosa: disse che il suo “cuore aveva desiderato” la crocifissione. Chi di noi può dire una cosa simile? Quale sublime coraggio ebbe Andrea nel pronunciare queste parole, che peraltro gli vennero alle labbra con naturalezza e serenità , perché aveva sempre vissuto in preparazione.
Nostro Signore disse che non c’è amico più grande di colui che dà la vita per un altro. Nessuno può dare una prova più grande dell’amicizia con Nostro Signore che desiderare la croce come fece questo Apostolo.
Preparato al cielo
Continuava: “Prendimi, o Croce! Abbracciami. Liberami dalla mia vita tra gli uomini. Conducimi rapidamente e diligentemente al Maestro. Da te mi riceverà Colui che da te mi ha salvato”. C’è forse un’anima più preparata alla visione beatifica di chi fa questa preghiera nell’ora della sua morte?
Dopo la crocifissione, Andrea rimase due giorni appeso alla croce prima di morire. Mentre era sulla croce, insegnò alla gente che veniva a vederlo morire. Quanto era prezioso questo insegnamento! Quale “cattedra” potrebbe essere più sublime per insegnare alla gente? Queste furono le sue ultime parole:
“Signore, eterno Re della gloria, accoglimi appeso al legno di questa dolce croce. Tu che sei il mio Dio, che ho visto, non lasciarmi sciogliere dalla croce. Fa’ questo per me, o Signore, perché conosco la virtù della tua Santa Croce”