Agostino Zhao Rong fa parte di un gruppo di 120 cattolici, tra i tanti martirizzati tra il 1648 e il 1930 in Cina.
Giunto in Cina attraverso la Siria nel VII secolo, nel corso dei secoli il cristianesimo è fiorito o si è clandestinizzato a seconda delle relazioni della Cina con il mondo esterno.
Dei 120 martiri sopra citati, ottantasette erano cinesi, di età compresa tra i nove e i settantadue anni, e quattro di loro erano sacerdoti. Trentatré erano di origine straniera, per lo più sacerdoti o suore. Sebbene i missionari e i religiosi cercassero di prendere le distanze dalla politica estera, il governo cinese non faceva distinzioni e li considerava tutti occidentali.
I martiri in Cina sono i più commoventi: ogni persona è morta eroicamente, anche se molti di loro hanno subito torture e morti crudeli. Padre Francis Li, nipote di un martire cinese, descrive il nonno che va incontro alla morte con gioia e dice al fratello e al figlio: “Forza, andiamo in paradiso oggi!”
Zhao Rong era un conestabile di una prigione di contea. Durante la persecuzione del 1772, fu commosso dalle parole di p. Martinus Moye ai suoi compagni di prigione cattolici e alla fine si convertì. In seguito divenne sacerdote e, quando nel 1815 scoppiò un’altra persecuzione, fu arrestato e torturato e, ormai anziano, morì per i maltrattamenti subiti.
Il gruppo di 120 martiri che si celebra oggi, guidato da Sant’Agostino Zhao Rong, è stato canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000.
Il gruppo di 120 martiri che si celebra oggi, guidato da Sant’Agostino Zhao Rong, è stato canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000.
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