Festa 29 aprile
Caterina Benincasa nacque a Siena, in Toscana, nel 1347. Ventitreesima figlia di Giacomo, un tintore benestante, e di sua moglie Lapa, la ragazza, vivace e allegra, crebbe nella spaziosa casa dei Benincasa. La loro casa di famiglia è conservata ancora oggi.
All’età di sei anni, Caterina vide Nostro Signore Gesù vestito da Pontefice in cima alla Chiesa dei Domenicani. Questa visione la impressionò così profondamente da spingerla a impegnarsi per Cristo.
Sotto la pressione della famiglia, quando compì dodici anni, Caterina acconsentì a prestare maggiore attenzione al suo aspetto e si fece acconciare i capelli secondo la moda del momento. Pentita di questo “grande peccato”, si tagliò tutto e dichiarò che non si sarebbe mai sposata, scandalizzando la sua famiglia.
La costrinsero a svolgere lavori umili e la molestarono e la sgridarono continuamente nel tentativo di farle perdere la sua determinazione. Un giorno il padre la trovò in preghiera, con una colomba che svolazzava su di lei. Ricevuta nell’Ordine domenicano come terziaria nel 1366, Caterina ebbe una visione in cui Gesù, accompagnato dalla Madre, si impegnava ufficialmente con lei e le metteva un anello al dito.
Dopo questo impegno mistico, le fu detto che la sua clausura era finita e che doveva mescolarsi ai suoi compagni per cercare la sua salvezza. Gradualmente si raccolse intorno a lei un gruppo di seguaci, che egli guidò nella vita spirituale. Man mano che la fama della sua santità cresceva e si diffondeva la fama dei suoi miracoli, il sospetto di un tempo si trasformò in venerazione.
Caterina divenne l’arbitro di una grave controversia tra Firenze e Perugia e la Santa Sede ad Avignone, in Francia. Visitò Papa Gregorio XI e lo convinse a tornare a Roma. Alla fine, grazie alla sua mediazione, le città si riconciliarono con la Santa Sede.
In questo periodo produsse la grande opera, poi intitolata “Dialogo di Santa Caterina da Siena” – che dettò sotto l’ispirazione di Dio Padre.[Con la morte di Gregorio XI nel 1378 e l’elezione di Urbano VI, i cardinali di Avignone contestarono l’elezione e scelsero un papa rivale, il che portò al grande scisma. Caterina non risparmiò sforzi per ottenere il riconoscimento di Urbano. Lungi dal risentirsi del suo aiuto, egli convocò la santa mistica a Roma per beneficiare dei suoi consigli.
Ma all’inizio del 1380, Caterina, all’età di trentatré anni, subì uno strano attacco dopo essersi offerta come vittima per la guarigione della Chiesa. Il 29 aprile, dopo molte sofferenze, Caterina consegnò la sua anima ardente al suo Sposo divino.
Fu canonizzata nel 1461 e dichiarata Dottore della Chiesa nel 1970.