Festa 14 marzo
I genitori di Lubin erano contadini della regione di Poitiers, in Francia. Da bambino, Lubin aveva un’attitudine all’apprendimento e si iscrisse a un monastero dove fu impiegato in lavori umili.
Il lavoro lo occupava tutto il giorno ed era costretto a studiare per lo più di notte, coprendo al meglio la sua candela. I monaci si lamentavano perché la luce disturbava i suoi sogni, ma con molta umiltà e perseveranza Lubin progrediva nella conoscenza.
Foto di: Chatsam
Alla fine entrò nel monastero e, probabilmente su suggerimento di San Carilef, visse per un certo periodo come eremita sotto la guida di Sant’Avito. In seguito, dopo alcune disavventure, si stabilì in un’abbazia vicino a Lione, dove rimase per cinque anni.
Durante una guerra tra Franchi e Burgundi, questo monastero fu preso d’assalto e tutti i monaci fuggirono, tranne Lubin e un monaco anziano. I nemici, non riuscendo a strappare a Lubin l’ubicazione del “tesoro” del monastero, lo torturarono strangolandolo prima con una corda, poi legandogli i piedi e gettandolo a testa in giù nel fiume. Dato per morto, si riprese e fu accolto nel monastero di Le Perche.
Il vescovo Eterio di Chartres nominò Lubin abate di Brou e lo ordinò sacerdote. La responsabilità di abate gli pesò talmente tanto che pregò, anche se invano, di sollevarlo.
Alla morte del vescovo, invece, fu elevato e consacrato al suo posto. Compì diverse riforme e divenne famoso per i suoi miracoli.
Lubin partecipò al V Concilio di Orléans e al II Concilio di Parigi, e morì il 14 marzo del 558 circa, dopo una lunga malattia.