Festa 5 giugno
Bonifacio nacque Winfrid intorno all’anno 680 da una stimata e nobile famiglia inglese e fu con grande dispiacere del padre che, alla tenera età di cinque anni, il figlio si dedicò alla vita monastica.
Educato nella scuola del monastero vicino a Exeter, con ulteriori studi guidati dai monaci e, in seguito, diretti dal dotto abate Winbert nell’abbazia di Nursling a Winchester, Bonifacio divenne uno studioso molto colto e popolare.
La sua popolarità e la sua abilità nell’insegnamento attirarono molti altri studenti e studiosi, a beneficio dei quali scrisse la prima grammatica latina compilata in inglese. Dopo aver proseguito gli studi, fu ordinato sacerdote all’età di trent’anni.
Convinto della sua vocazione missionaria, Winfrid rifiutò la carica di abate del monastero di Nursling e ottenne dal suo superiore il permesso di recarsi in Frisia per assistere il famoso missionario San Willibrord, che da tempo lottava per portare il Vangelo al suo popolo. La missione, tuttavia, fallì e Winfrid fu costretto a tornare in Inghilterra pochi mesi dopo.
Rifiutando di arrendersi, tuttavia, Winfrid partì per Roma per chiedere personalmente al Santo Padre una missione ufficiale e l’appoggio della Chiesa. Papa Gregorio II acconsentì, gli diede il nuovo nome di Bonifacio e lo incaricò di lavorare in Turingia, in Germania, dove la Chiesa era in cattive condizioni, isolata e soggetta a superstizioni ed eresie.
Tuttavia, Bonifacio non ricevette alcun aiuto dal clero locale e si recò ancora una volta in Frisia per raggiungere Willibrord e ricevere una formazione dall’esperto missionario. Il suo aiuto fu tale che San Willibrord volle fare di Bonifacio il suo successore; ma dopo tre anni di formazione, Bonifacio sentiva ancora il richiamo del lavoro missionario in Germania che aveva lasciato. Tornato prima a Roma, dove fu consacrato vescovo dal Papa, Bonifacio partì nuovamente per l’Assia.
Bonifacio aveva davanti a sé un lavoro enorme. I pagani, sebbene attratti dal cristianesimo, erano ancora legati dalla paura e dalla superstizione alla loro vecchia religione e ai loro dei. Per dimostrare loro la falsità delle loro credenze e la realtà dell’unico vero Dio, Bonifacio radunò il popolo e, avvicinandosi alla quercia “sacra” di Geismar, la abbatté con un’ascia, dopodiché si spaccò in quattro parti e cadde a terra. Da quel momento in poi, l’opera di evangelizzazione e di conversione andò avanti senza sosta e, in risposta al suo appello, cominciarono ad arrivare dall’Inghilterra monaci e monache desiderosi di aiutarlo.
Bonifacio sostenne anche la Chiesa franca, anch’essa bisognosa di riparazioni, istituendo concili e sinodi e varando riforme che la rivitalizzarono.
Un giorno, mentre era accampato in aperta campagna presso le rive del piccolo fiume Borne con i suoi collaboratori, stava aspettando l’arrivo di alcuni cresimandi quando furono attaccati da una banda ostile di pagani. Il santo esortò i suoi compagni alla fede e al coraggio e tutti morirono martiri. Il corpo di San Bonifacio fu portato a Fulda, dove riposa tuttora.